lunes, 11 de enero de 2010

Una nube recorre Europa



Bueno, ya que coinciden el undécimo aniversario de la muerte de Fabrizio de André y la profusión de precipitaciones por todo el continente (¡y las islas!), ponemos aquí la transportadora canción Las nubes:







Ya que, como de costumbre, la fecha se me ha echado encima (¿hacen otra cosa las fechas, esas fieras?), dejo que el propio de André se haga su testamento:





Si se pincha en la imagen, aparece la página del autor.


La canción de las nubes dice

Van, vienen, de vez en cuando se detienen, y cuando se detienen son negras como cuervos y parece que te miran con gesto torcido. Otras veces son blancas y corren, y adoptan la forma de una garza, o de una oveja. Pero esto lo ven mejor los niños, que juegan a correr tras ellas a lo largo de muchos metros. Otras veces te avisan de que van a llegar con un ruido, y la tierra se detiene, y los animales se quedan callados; a veces te avisan con un ruido. Van, vienen, vuelven, y hay veces que se quedan ahí durante tantos días que ya no ves ni el sol ni las estrellas, y te parece que ya no conoces el sitio donde estás. Van, vienen, por cada una verdadera, mil son engañosas, y ahí se plantan, entre nosotros y el cielo, y nos dejan con un ansia de lluvia.

La letra de Il testamento no la traduzco porque es más larga y complicada, porque salen humanos, pero quizá precisamente por eso la entenderán otros europeos, aunque no dominen el idioma en que está escrita:

Quando la morte mi chiamerà
forse qualcuno protesterà
dopo aver letto nel testamento
quel che gli lascio in eredità
non maleditemi non serve a niente
tanto all'inferno ci sarò già
ai protettori delle battone
lascio un impiego da ragioniere
perché provetti nel loro mestiere
rendano edotta la popolazione
ad ogni fine di settimana
sopra la rendita di una puttana
ad ogni fine di settimana
sopra la rendita di una puttana
voglio lasciare a Bianca Maria
che se ne frega della decenza
un attestato di benemerenza
che al matrimonio le spiani la via
con tanti auguri per chi c'è caduto
di conservarsi felice e cornuto
con tanti auguri per chi c'è caduto
di conservarsi felice e cornuto
sorella morte lasciami il tempo
di terminare il mio testamento
lasciami il tempo di salutare
di riverire di ringraziare
tutti gli artefici del girotondo
intorno al letto di un moribondo
signor becchino mi ascolti un poco
il suo lavoro a tutti non piace
non lo consideran tanto un bel gioco
coprir di terra chi riposa in pace
ed è per questo che io mi onoro
nel consegnarle la vanga d'oro
ed è per questo che io mi onoro
nel consegnarle la vanga d'oro
per quella candida vecchia contessa
che non si muove più dal mio letto
per estirparmi l'insana promessa
di riservarle i miei numeri al lotto
non vedo l'ora di andar fra i dannati
per rivelarglieli tutti sbagliati
non vedo l'ora di andar fra i dannati
per rivelarglieli tutti sbagliati
quando la morte mi chiederà
di restituirle la libertà
forse una lacrima forse una sola
sulla mia tomba si spenderà
forse un sorriso forse uno solo
dal mio ricordo germoglierà
se dalla carne mia già corrosa
dove il mio cuore ha battuto un tempo
dovesse nascere un giorno una rosa
la dò alla donna che mi offrì il suo pianto
per ogni palpito del suo cuore
le rendo un petalo rosso d'amore
per ogni palpito del suo cuore
le rendo un petalo rosso d'amore
a te che fosti la più contesa
la cortigiana che non si dà a tutti
ed ora all'angolo di quella chiesa
offri le immagini ai belli ed ai brutti
lascio le note di questa canzone
canto il dolore della tua illusione
a te che sei costretta per tirare avanti
costretta a vendere Cristo e i santi
quando la morte mi chiamerà
nessuno al mondo si accorgerà
che un uomo è morto senza parlare
senza sapere la verità
che un uomo è morto senza pregare
fuggendo il peso della pietà
cari fratelli dell'altra sponda
cantammo in coro già sulla terra
amammo tutti l'identica donna
partimmo in mille per la stessa guerra
questo ricordo non vi consoli
quando si muore si muore soli
questo ricordo non vi consoli
quando si muore si muore soli

5 comentarios:

  1. Fedro hace horas extra11 de enero de 2010, 17:46

    Qué bueno lo de las fechas como fieras, ¡écheselas de encima, que los días devoran! De qué hablar, sino del tiempo, con estas nieves y con estas nubes (por cierto, hace años me regalaron un edredón de nubes, ya pesquisaré a ver si en alguna esquina lleva escondida la firma de Jorge Fin).
    Cuando se muere se muere solo, pero luego todos los finados quedan en la fosa común para tomarse unos cacharros.
    11 01 10
    11 años
    11 (ein-cendido, ein-cendido)

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  2. Otra canción adecuada de Faber para la conmemoración y la época delaño. Te la enlazo en la versión de Battiato:

    http://www.youtube.com/watch?v=6LLvUybLnmQ

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  3. Yo sólo quería decirte que la palabra nube es en sí esponjosa y agradable, mas en mallorquín, tenemos una palabra que tiene ciertos tintes míticos y que yo prefiero, la palabra es ¡nigul!

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  4. Bellísima. Y es que a los italiani lo de "le nuvole" les tiene un poco obsesionados.Domenico Modugno y Pier Paolo Pasolini en "Che cosa sonno le nuvole", pasando por el gran Michelangelo Antonioni en "Al di là delle nuvole" y...
    Creo que los famosos "putti" de Rafael en la Madonna Sixtina más que a la Virgen, miran reflexivos hacia le nuvole...¿en qué estarán pensando?

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  5. Si, probabilmente lo e

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